Arriva sulle sale italiane il primo film che vede alla regia Claudio Bisio. Adattamento dell’omonimo romanzo di Fabio Bartolomei, la pellicola vede le vicende di tre bambini durante la Seconda Guerra Mondiale raccontate con la leggerezza con cui le racconterebbe davvero un bambino.
UN’AVVENTURA TRA I BINARI
La storia inizia a Roma, Italo e Cosimo fanno amicizia con Riccardo: un ragazzino di origine ebraica. I tre incontreranno Vanda, una ragazzina orfana, e inizieranno a giocare alla guerra insieme. Ma quando Riccardo viene improvvisamente portato in un campo di concentramento, gli amici partiranno per un’avventura volta a salvarlo. Seguendo i binari del treno sono convinti di poter arrivare fino in Germania e convincere i tedeschi che si sbagliano su Riccardo: sì, è ebreo, ma non è come gli altri.
Durante il viaggio vedranno alcune conseguenze che ha portato la guerra, come la morte e la povertà, ma sempre raccontate a noi con gli occhi ingenui e gentili di un bambino. La gentilezza di rinunciare a mangiare il pollo per sfamare una giovane madre che da giorni non produce più il latte per il suo bambino, perché la povertà imperversa.
ENEMIES TO LOVERS
In parallelo alla storia dei tre bambini, vediamo altri due personaggi che partono alla loro ricerca: suor Agnese, dell’orfanotrofio dove vive Vanda, e Vittorio, fratello maggiore di Italo. I due danno al film quel goccio di romcom (commedia romantica), che non fa mai male.
Lei una suora, lui un fascista: le basi perfette per una storia enemies to lovers (da nemici ad amanti), che usa anche alcuni dei trope più popolari, come il “there’s only one bed” (c’è un solo letto). Marianna Fontana e Federico Cesari interpretano bene la loro parte, immedesimandosi con i loro personaggi e strappandoci qualche risata durante la visione.
BISIO TRA REGIA E RECITAZIONE
Claudio Bisio si cimenta così alla regia per la prima volta, un lavoro che a risultati fatti e finiti gli è riuscito. Insieme a Fabio Bonifacci, con cui ha co-scritto la sceneggiatura, è riuscito a produrre un film di impatto, che ti intrattiene con la sua ironia senza però farti scordare gli orrori della guerra.
Oltre alla regia, però, Bisio si è ritagliato anche un piccolo cameo nei panni del federale, padre di Italo e di Vittorio. Un ruolo che non esiste all’interno del libro e che richiama molto la figura di Mussolini, quasi con fare parodistico.
Personalmente non amo i film storici, e in particolare quelli ambientati in periodo di guerra, ma la visione di questo film non mi ha dato fastidio e anzi l’ho trovato molto piacevole da guardare. Un film che merita, che ci ricorda che anche noi italiani sappiamo fare cinema, oltre ai cinepanettoni.

Lascia un commento