È uscita su Disney+ la penultima puntata della serie televisiva su Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, che segna la fine quasi imminente della prima stagione, che riadatta il primo libro della saga, Il ladro di fulmini.
DOVE CI ERAVAMO FERMATI
Nella puntata precedente Percy, Annabeth e Grover arrivano a Las Vegas, dove incontrano Ermes, messaggero deli dei, all’Hotel Casinò Lotus per chiedergli informazioni sull’entrata secondaria al regno di Ade. L’hotel, però, è gestito dai lotofagi (mangiatori di loto), un popolo dell’Odissea che si nutre solo di fiori di loto, con la caratteristica che ti fanno perdere la memoria. I tre ragazzi riescono ad uscire prima di rimanere lì bloccati e a raggiungere la spiaggia di Santa Monica, dove una nereide comunica a Percy che il solstizio è già passato e può tornare al Campo Mezzosangue. Il figlio di Poseidone decide tuttavia di continuare con la missione, e riceve così in dono quattro perle dalla nereide.
CRUSTY E L’INGRESSO PER L’ALDILÀ
Il nuovo episodio comincia con Percy che entra in un negozio di materassi ad acqua gestito da Crusty. Nel libro, la sua vera identità viene scoperta solo dopo che Annabeth e Grover vengono legati a dei letti rischiando di morire “stirati”. Crusty, infatti, il cui vero nome è Procuste (o Damaste, nome che non viene menzionato nemmeno nel libro) è un gigante della mitologia che torturava i viandanti offrendo loro un letto per riposare per poi stirare e allungare le persone troppo basse per farle raggiungere la stessa grandezza del letto, o tagliando le parti che sporgono dai letti per coloro che sono invece troppo alti.
Per essere una serie che tende a rendere più cupe anche le scene più leggere e comiche del libro, questa scena, già cupa di per sé, è stata invece banalizzata. Crusty si ritrova subito buttato su uno dei suoi materassi da una Annabeth resa invisibile grazie al berretto regalatole dalla madre.
Una volta immobilizzato il fratello di Percy (in quanto entrambi figli di Poseidone), i tre ragazzi raggiungono l’entrata secondaria per l’Oltretomba, che si trova proprio nel negozio del gigante.
GIUSTIZIA PER CARONTE E L’ADE
All’interno del libro, Percy, Annabeth e Grover raggiungono gli Inferi dall’entrata principale: gli studi di registrazione RIP. Qui incontrano Caronte, il traghettatore dei morti, che riescono a corrompere con una manciata di dracme d’oro per riuscire a salire sul traghetto. Una scena esilarante, con Caronte che si lamenta del suo stipendio misero e vorrebbe un aumento per potersi permettere i vestiti di marca, che però nella serie televisiva hanno scelto di eliminare.
Anche il regno di morti è stato soggetto a cambiamenti. Nel libro è stato descritto sì come un posto cupo, ma ci sono luoghi belli da vedere come i Campi Elisi (un luogo con splendide case di ogni epoca, fiori d’oro e d’argento e uno scintillante laghetto azzurro) o il giardino di Persefone (con funghi multicolori, piante con pietre preziose al posto dei fiori e un frutteto di melograni). Tutti luoghi che nella serie non si sono visti nemmeno da lontano, rendendo l’Ade semplicemente cupo e triste.
SERIE VS LIBRO
In questa puntata sono presenti molti cambiamenti rispetto all’opera originale, oltre a quelli già elencati, ma andiamo per ordine. Una volta raggiunti gli Inferi, non si trovano davanti ai giudici che stabiliscono in quale zona vai a finire, ma davanti a un Cerbero molto arrabbiato che comincia un inseguimento dei tre semidei. Nel libro Cerbero c’è, ma non si muove dalla sua postazione. Una cosa che hanno in comune è il modo con cui viene calmato: con una pallina rossa.
Dopo l’inseguimento, Grover si rende conto di aver perso la sua sfera (una di quelle regalate dalla nereide), tornando così ad averne solo tre come nel libro. Annabeth, invece, rimane incastrata nelle Praterie degli Asfodeli, facendo quindi intuire che c’è un rimorso che la tiene bloccata: una scena che poteva servire per approfondire di più il suo background, ma che non è servita a molto in quanto usa la sua sfera per tornare in superfice.
Percy e Grover continuano quindi la loro avventura da soli, e il satiro viene attirato verso un precipizio dalle scarpe alate che Luke ha donato a Percy. Davanti a quel baratro (che si scoprirà essere l’ingresso per il Tartaro) il figlio di Poseidone si accorge di avere lui la folgore di Zeus: anche nei libri è così, ma lui sente solo il peso nello zaino; scoprirà che è la folgore solo dentro il palazzo di Ade.
Parlando con lo zio, il dio dei morti, Percy capisce che dietro a tutto c’è in realtà Crono, il padre degli dei. Questo è un cambiamento che non mi ha fatto impazzire: fosse stata Annabeth a capirlo e a rivelarlo ci poteva pure stare, ma canonicamente Percy è un po’ idiota e non arriva subito alle conclusioni anche quando ce le ha di fronte, motivo per cui usa spesso il sarcasmo come arma e che lo rende così comico come personaggio.
La puntata, quindi, finisce con i tre ragazzi che tornano tutti in superfice dopo aver fatto un accordo con Ade: Percy avrebbe recuperato il suo elmo, anch’esso rubato come la folgore, in cambio di sua madre.
Una scelta importante che è stata fatta è il luogo di riapparizione: nel libro, i tre ragazzi ritornano nella spiaggia di Santa Monica; nella serie, invece, la spiaggia è quella di Montauk. Un dettaglio che lo stesso Rick Riordan ci ha fornito tramite i suoi social spiegandone anche il motivo: la spiaggia di Montauk è più vicina al Campo Mezzosangue, e dato che “ciò che appartiene al mare ritorna al mare” può tornare sia all’Oceano Pacifico che all’Atlantico. Una scelta saggia, che accorcia i tempi, dato che nel libro poi devono tornare dall’altro lato degli USA.
Una puntata piena di cambiamenti, che non portano la storia su una strada diversa ma che mi hanno comunque destabilizzato un attimo. Questo mercoledì uscirà l’ultima puntata e, nonostante sappia già cosa succederà, sono genuinamente curioso di vedere come verrà rappresentata su schermo, avendo ormai capito che nell’adattare hanno cambiato anche piccole cose, che non stravolgono la storia ma danno un’aria di novità a noi fan decennali.

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