Candidato a ben 11 premi Oscar, secondo solo ad Oppenheimer che ne ha 13, il nuovo film diretto da Yorgos Lanthimos e sceneggiato da Tony McNamara è stato rilasciato nelle sale cinematografiche italiane il 25 gennaio. Adattato dall’omonimo romanzo scritto da Alasdair Gray nel 1992, il film è composto da un cast spettacolare, con Emma Stone nei panni della protagonista Bella Baxter.
LA TRAMA GENERALE
Da questo momento parte lo SPOILER ALERT.
La storia narra le avventura di Bella Baxter, una donna “creata” dallo scienziato Godwin Baxter (Willem Dafoe), che ha impiantato il cervello di un feto nel corpo di una donna (Victoria) trovata morta sulle rive del Tamigi. Bella matura rapidamente, e partirà con il donnaiolo Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo) per scoprire il mondo e sé stessa prima di ritornare a Londra e sposarsi con Max McCandles (Ramy Youssef).
LE DIFFERENZE CON IL LIBRO
Premetto che non ho letto il romanzo, quindi quello che dirò è frutto di ricerche fatte a seguito della visione del film e potrebbero contenere errori (commentate in caso io abbia scritto qualcosa di sbagliato o se ho saltato altre differenze importanti).
Da quello che ho potuto capire, la prima cosa che cambia è il punto di vista del racconto: nel libro di Gray la storia è raccontata dal punto di vista di Archibald McCandless (nel film Max McCandles), marito di Bella, mentre nella pellicola il focus è spostato su di lei.
Un altro cambiamento è stato fatto riguardo alle tematiche della storia. Il libro è più incentrato sull’oppressione, sulla povertà e sul socialismo; il film, d’altro canto, nonostante tratti (vagamente) di queste tematiche, si concentra di più su delle tematiche femministe e, in particolar modo, sulla scoperta dell’essere donna.
L’ultima differenza che ho trovato riguardo ai due prodotti riguarda il finale. Nel lungometraggio Bella si vendica del suo ex marito (Alfie Blessington) impiantandogli il cervello di una capra e comincerà a frequentare la facoltà di medicina. Il libro, invece, si conclude con una lettera della donna che smentisce tutto quello che ha scritto il marito prima, affermando che si sia inventato la storia di sana pianta.
IL GROTTESCO MISTO ALLA MERAVIGLIA
Questo film non è per tutti, ci tengo a precisarlo. Personalmente, non conoscevo Lanthimos come regista e non avevo mai visto nessuno dei suoi film; quindi, non conoscevo la sua passione per il grottesco. Non è un genere che solitamente guardo, ma non è neanche uno stile che mi infastidisce. Diciamo che, se c’è, me lo guardo. Ma uscendo dalla sala del cinema dopo la visione di Povere creature, mi sono sentito parecchio turbato. Il regista ha inserito una quantità enorme di scene di sesso e, sebbene il punto di quelle scene fosse proprio quello di disturbare lo spettatore, capisco perché siano state inserite: Bella, tramite il piacere, scopre sempre un po’ di più sé stessa e si rende indipendente (soprattutto quando arriva a Parigi e inizia a prostituirsi per guadagnare denaro, che le consentirà anche di frequentare delle lezioni).
Ma se da un lato il film ti disgusta, ci sono anche delle scene che ti lasciano mozzafiato: le ambientazioni. Tutta la scenografia (stupenda) delle città dà un tocco di magia al film e la fotografia ci dimostra che la sua candidatura agli Oscar è più che meritata riuscendo a incantare con delle scene di città realmente esistenti (Lisbona, Alessandria, Parigi), ma ripensate per avere un tocco di stranezza.
LA RECITAZIONE
Uno dei punti di forza di questo film è sicuramente il lavoro svolto dagli attori. Emma Stone interpreta una donna a cui è stato impiantato il cervello di una neonata, e soprattutto nelle scene iniziali del film ci sorprende con il suo modo di interpretare alla perfezione una bambina nella sua fase di sviluppo, sia nel suo modo di parlare che nel camminare, e affronta tutto come una grande scoperta (come fanno, appunto, i bambini).
Mark Ruffalo invece ci regala l’interpretazione di un uomo che cade in disgrazia. Un signore che, nonostante voglia apparire come al di fuori delle regole della società, in realtà è bloccato da quei vincoli sociali e nel momento in cui Bella li supera lui non sa più come approcciarsi a lei, fino ad arrivare alla pazzia.
CONSIDERAZIONI FINALI
Il film nel suo complesso mi è piaciuto, racconta di un viaggio alla scoperta di sé stessi, sull’essere donna e sull’autodeterminazione. Bella, che fin da quando era Victoria non ha mai avuto modo di prendere decisioni per conto suo e che anche l’unica scelta mai compiuta (quella di suicidarsi) le è stata rinnegata da Godwin riportandola in vita come Bella, riesce a prendere in mano le redini della sua vita e sceglie per conto suo come vuole viverla. Ma, come ho già detto, non è un film per tutti: è fatto per turbare, il suo scopo è quello di disturbare chi visiona la pellicola per portarlo a riflettere.
Ha una buona chance di portarsi a casa qualche statuetta dell’Academy nonostante quest’anno ci sarà uno scontro tra titani insieme a Oppenheimer di Nolan e Killers of the flower moon di Scorsese.

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