Continua la maratona in visione della notte più importante per il mondo dell’audiovisivo, ormai sempre più vicina. Oggi parleremo di tre film che anche con una sola candidatura sono riusciti a guadagnarsi una chance di vincita.
SEPTREMBER 5

Diretto da Tim Fehlbaum, September 5 è in gara per la statuetta alla miglior sceneggiatura originale, scritta dallo stesso regista insieme a Moritz Binder e Alex David.
La trama racconta della strage avvenuta nel 1972 alle Olimpiadi di Monaco di Baviera, nella Germania dell’Ovest. Erano le prime Olimpiadi che si svolgevano in Germania dopo l’edizione del ‘36 aperte dal Terzo Reich. Una tragedia però ha colpito il villaggio olimpico quell’anno: il gruppo terroristico Settembre Nero prese in ostaggio nove atleti israeliani (altri due uccisi subito per aver opposto resistenza). Nessuno degli atleti è sopravvissuto alla strage.
La particolarità del film, che è stata premiata con una candidatura, è che racconta gli eventi dal punto di vista dei giornalisti sportivi dell’emittente televisiva statunitense abc. Il massacro di Monaco è stato il primo attentato terroristico a essere trasmesso in diretta televisiva, registrando un pubblico di circa 900 milioni di persone (una delle trasmissioni più viste nella storia). Questo dettaglio dà modo di mostrare al pubblico come funziona la strategia di comunicazione dei giornalisti, e solleva anche delle domande etiche: è giusto mandare in onda filmati che possono ferire le famiglie degli ostaggi e mettere in pericolo gli stessi atleti? Fin dove ci si può spingere per avere l’esclusiva di una notizia?
La candidatura, secondo il mio modesto parere più che meritata, non penso abbia molte chance di vincere. Mi sembra più un contentino che l’Academy ha voluto dargli per riconoscere comunque l’ottimo lavoro svolto.
MEMOIR OF A SNAIL

L’ultimo film d’animazione in gara quest’anno, scritto e diretto dall’australiano Adam Elliot.
La storia, largamente ispirata dalla vita del regista stesso, racconta la vita di Grace Pudel e del suo gemello Gilbert dalla loro nascita fino all’età adulta, che la stessa Grace ricorda con dei flashback mentre racconta le vicende alla lumaca Sylvia. Dopo la morte dei genitori, i due fratelli sono costretti a separarsi venendo adottati da due famiglie diverse.
Memoir of a snail è animato totalmente in stop-motion, senza l’utilizzo di CGI per gli effetti visivi, e riuscirà a farti sia ridere che piangere grazie al suo essere tragicomico. Non credo riuscirà a vincere l’Oscar (punto ancora a Il robot selvaggio), ma almeno non è il più debole della categoria, che a mio parere rimane il film di Wallace e Gromit.
BETTER MAN

Come avevo già detto per A complete unknown, non sono un grande fan dei biopic realizzati su gente ancora in vita, e Better Man mi ha riconfermato questa cosa.
La pellicola racconta la storia di Robbie Williams, famoso cantante inglese e membro della band Take That, raffigurato come una scimmia, motivo della sua candidatura per miglior effetti visivi. Sebbene ben realizzata, la CGI è proprio quell’elemento che mi ha dato più fastidio in tutto il film. La scelta è stata fatta perché, come dice Williams stesso, si è sempre sentito meno evoluto degli altri.
Nonostante questo dettaglio che mi ha innervosito parecchio, il film è ricco di canzoni e coreografie molto belle che mi hanno conquistato. Le mie preferite sono state soprattutto quelle con il periodo dei Take That, che contenevano le vibes delle boy band di quel periodo con cui sono cresciuto (Backstreet boys, *NSYNC).
Un altro aspetto negativo è che Better Man non mi ha reso esattamente simpatica la figura di Robbie Williams. Non penso che fosse quello l’intento del film, anzi, punta a mostrarti il cantante che cerca appunto di diventare un “uomo migliore”. Il problema è che questo sviluppo si concentra tutto negli ultimi minuti, quando Robbie decide di andare in rehab, si riconcilia con la famiglia e infine si esibisce al Royal Albert Hall: gli è stato dedicato troppo poco tempo per un film della durata di due ore e un quarto.

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