ROAD TO OSCARS: Anora, The apprentice, Nosferatu

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Nuovo giorno, nuovi film. Oggi parliamo di tre pellicole che per me sono stati due top e (purtroppo) un flop.

ANORA

Sei candidature: miglior attore non protagonista, miglior attrice protagonista, miglior regia, miglior montaggio, miglior film e miglior sceneggiatura originale.

Anora (Mikey Madison) è una ragazza che lavora in uno strip club come spogliarellista. Un giorno incontra Ivan, detto Vanja (Mark Ėjdel’šejn), figlio di un oligarca russo con cui ha rapporti sessuali frequenti. Quando le offre quindicimila dollari per fingere di essere la sua ragazza per una settimana, Anora si trasferisce da lui e, tra una festa e un’altra, mentre sono a Las Vegas Vanja le chiede di sposarlo, così da non dover tornare in Russia a lavorare per il padre. Ma la famiglia del ragazzo non è d’accordo con questo matrimonio, il che darà il via a una serie di eventi che porteranno Anora a realizzare che forse l’amore non è come se l’è sempre immaginato.

La particolarità del film quella di farti credere che la storia d’amore ruoti attorno ad Anora e Vanja, quando in realtà nel loro rapporto di amore c’è ben poco. Vanja è un ragazzo viziato e infantile che vuole solo farsi la bella vita sulle spese dei genitori; Anora, invece, è più innamorata dei suoi soldi che di lui. La visione che Anora ha dell’amore, e dei ragazzi in generale, è che ti danno qualcosa in cambio del sesso. Solo alla fine, grazie a Igor (Jurij Borisov) capirà che esiste gente che fa le cose non per ottenere in cambio qualcosa da lei, ma semplicemente perché ci tiene.

Una storia d’amore alternativa, scritta e diretta da Sean Baker, che è riuscita a intrattenermi e a divertirmi. Non penso riuscirà a vincere qualcosa, ma sicuramente è uno dei prodotti più simpatici candidati quest’anno.

THE APPRENTICE

Sebastian Stan interpreta i panni di Donald Trump, presidente degli Stati Uniti d’America, in un film che narra le sue vicende dagli inizi fino a quando è diventato il noto imprenditore.

The apprentice è stato co-finanziato dalla Kinematics LLC, di cui Daniel Snyder (sostenitore di Trump) è investitore. Snyder avrebbe iniziato un contenzioso durante la post-produzione dopo aver scoperto che il film avrebbe messo in cattiva luce il Presidente, cercando anche di far togliere la scena dove lo stesso Trump violenta la sua prima moglie Ivana Zelníčková. La pellicola, infatti, non cerca di glorificare Trump (cosa di cui avevo paura prima della visione), ma anzi ti mostra come mano a mano lui sia diventato sempre più brutale, anche grazie all’aiuto e agli insegnamenti di Roy Cohn (interpretato qui da Jeremy Strong), spietato avvocato statunitense.

Sebastian Stan è stato magnifico nella sua interpretazione, riuscendo a imitare il modo di parlare, di gesticolare e di comportarsi di Donald Trump senza però risultare macchiettistico (cosa non facile visto il soggetto). Un’interpretazione che infatti è stata premiata con questa candidatura, insieme al collega Jeremy Strong per il ruolo di Roy Cohn.

NOSFERATU

Nosferatu è il remake del film espressionista Nosferatu il vampiro (1922), a sua volta tratto liberamente da Dracula di Bram Stoker.

Ellen (Lily Rose Deep) si è da poco spostata con Thomas Hutter (Nicholas Hoult), un agente immobiliare che deve partire per i Monti Carpazi in Transilvania per far firmare un contratto d’acquisto di un maniero al conte Orlok (Bill Skarsgård). Il conte è in realtà Nosferatu, un vampiro portatore di peste che tormenta Ellen sin dall’infanzia.

Il film ha una cura per i dettagli meravigliosa. La bellezza dei costumi e della scenografia, messe in risalto dalla fotografia, è indescrivibile. Dal punto di vista della scrittura però ho qualcosa da ridire. Ellen è vista semplicemente come un mero strumento per sconfiggere Nosferatu, lo stesso Von Franz (Willem Dafoe), un esperto di occulto, le dice “tu sei il mezzo”. Ellen deve sacrificarsi, unendosi in un rapporto col vampiro fino a che non diventi mattino in modo tale che la luce solare uccidi Nosferatu, con la conseguenza però che quel rapporto le costerà la vita. Per andare più a fondo nella lettura del film, il vampiro rappresenta il desiderio sessuale della ragazza, che ha scoperto da giovane e represso in quanto “cattivo”, e nel momento in cui lei lo accetta muore.

Nosferatu è un film che mi è piaciuto molto esteticamente, ma che mano a mano proseguivo la visione capivo dove volesse andare a parare fino a farmi perdere del tutto interesse nello svolgersi dei fatti.

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