La Walt Disney Pictures ritorna al cinema con il suo nuovo film live action: Biancaneve. La pellicola è la ventesima della lista di questo progetto marchiato Disney che punta al riportare in sala i suoi classici con un cast reale, progetto iniziato nel 2010 con il live action Alice in Wonderland.
CAMBIAMENTI ALLA TRAMA
La storia di Biancaneve (Rachel Zegler in questo film) ormai la conosciamo tutti a memoria, è una delle fiabe più diffuse al mondo e ha avuto diverse trasposizioni cinematografiche. Questo live action ovviamente fa riferimento al cartone animato, il primissimo classico Disney, ma non per questo è una copia carbone della pellicola del 1937.
Già a partire dal nome abbiamo il primo cambiamento: se la principessa animata si chiamava così perché aveva la pelle bianca come la neve, nel live action le danno questo nome per ricordare la notte in cui è nata, che c’è stata una tempesta di neve.
Altri cambiamenti importanti sono invece all’inizio e alla fine del film, lasciando la parte centrale quasi invariata rispetto all’originale. Il regno di Biancaneve viveva in piace e armonia, con la famiglia reale che era a stretto contratto con il popolo e tutti condividevano i frutti della propria terra l’un l’altro. Con la scomparsa della regina il padre di Biancaneve sposa un’altra donna (interpretata nel film da Gal Gadot), che, quando rimarrà l’unica regnante a seguito della scomparsa del re buono, farà sprofondare il regno in povertà.
Infine, l’altro grande cambiamento è l’assenza di un principe azzurro. Florian, il principe il cui nome non viene mai menzionato all’interno del cartone e la cui presenza si limita a due sole scene, viene infatti sostituito da Jonathan (Andrew Burnap), un ladro e ribelle che sfida le autorità in nome del re buono.
LE NUOVE CANZONI
Essendo questo film un musical, ed avendo una durata più lunga del classico Disney, è normale che siano state introdotte nuove canzoni oltre a quelle già conosciute. Soprattutto, per far instaurare un rapporto più reale e concreto tra Biancaneve e Jonathan, abbiamo non uno ma ben due duetti. Uno di questi duetti, A hand meets a hand, mi ha ricordato tantissimo I see the light di Rapunzel, sia per il contenuto del testo sia per come è stata girata la scena: i due protagonisti che cantano di sera circondati da tante lucciole (un po’ come Rapunzel e Flynn Ryder che cantano circondati dalle lanterne).
Le canzoni mi sono piaciute molto, e ho anche apprezzato il lavoro di adattamento che è stato fatto, dove sono riusciti a far combaciare il testo in italiano al labiale degli attori, un’impresa sicuramente più difficile da fare con un film in live action rispetto ad un cartone animato.
COSA NON FUNZIONA
Ci sono quattro elementi che, secondo la mia opinione, non funzionano benissimo.
Il primo è l’aspetto della protagonista. Capisco che abbiano ricreato il vestito come quello di Biancaneve del ‘37 e che le hanno fatto la stessa acconciatura, ma quel vestito e quell’acconciatura su Rachel Zegler non funzionano. Il taglio del vestito (soprattutto la parte della vita da cui parte poi la gonna) fa sembrare Rachel tozza, e il colore non sta bene sulla sia carnagione. Non sono un esperto di armocromia (anzi, non ne capisco nulla), ma si può notare già all’interno del film stesso come un colore diverso l’avrebbe fatta risaltare di più: a un certo punto, Biancaneve indossa un cappotto rosso che copre totalmente il blu del vestito e lascia scoperto solo il giallo della gonna quando cammina; la differenza tra i due outfit è abissale. Non sto dicendo che avrebbero dovuto cambiare totalmente colore al vestito, ma che una sfumatura diversa di blu avrebbe funzionato meglio. Stessa cosa l’acconciatura, troppo piatta su quel viso, potevano dare un po’ più di volume ai suoi capelli pur mantenendo il taglio in stile anni ‘30.
Il secondo elemento a far distorcere il naso è la CGI usata per i sette nani. Non mi dilungherò molto su questo e dirò semplicemente che, nonostante in alcune scene fosse pure carina e rendeva bene, nella maggior parte dei casi faceva sembrare i nani inquietanti.
Continuiamo parlando della performance di Gal Gadot. Lei non è sicuramente famosa per le sue doti attoriali (al contrario, online viene criticata molto per la sua inespressività allo stesso modo in cui veniva criticata Kristen Stewart in Twilight). Devo dire che, rispetto agli altri film in cui l’ho vista recitare, qui Gal Gadot sembra averci provato un po’ di più, ma comunque non riesce a trasmettere la stessa epicità della Grimilde animata. Sicuramente averlo visto in italiano, con Chiara Gioncardi che le dava più spessore col suo doppiaggio (e Serena Rossi nelle parti cantate), è stato un punto a suo favore per l’interpretazione.
L’ultimo aspetto che non funziona bene si ricollega a uno dei cambiamenti fatti: quello di aggiungere cose alla storia originale per contestualizzare meglio la trama. Come ho scritto prima, questi cambiamenti sono stati fatti nella parte iniziale e in quella finale della pellicola, lasciando tutto quello che c’è in mezzo quasi invariato. È proprio il lasciare quella storyline in sospeso per poi riprenderla solo alla fine che ti lascia quel senso di insoddisfazione.
PARERE FINALE
In conclusione, il film alla fine mi è comunque piaciuto più di quanto mi sarei mai aspettato. Sono riusciti (nonostante qualche nota a sfavore) a svecchiare un film ormai andato con una trama obsoleta adattandolo ai giorni nostri. Da fan dei musical è facile conquistarmi se le performance musicali sono fatte bene, e qui lo sono. Rachel Zegler continua a dimostrare il suo talento film dopo film e mi auguro che prima o poi avrà il riconoscimento che merita. Insomma, se volete portare i vostri figli/nipoti/cugini a vedere il film (o se volete vedervelo voi) non sono sicuramente soldi buttati.

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