Il primo lungometraggio del DCU di James Gunn e Peter Safran
Superman di James Gunn arriva nelle sale cinematografiche dopo due anni dal suo annuncio riuscendo a spezzare la catena che bloccava ormai da tempo la produzione di un nuovo film legato all’omonimo personaggio. Dopo la fredda ricezione da parte del pubblico di “Man of steel”, diretto da Zack Snyder, e l’incerto inizio dell’universo esteso DC (DCEU) la Warner ha tentato in più riprese di produrre un sequel, senza mai riuscirci. Uno degli ultimi tentativi si ebbe con una sceneggiatura di Steven Knight dove il principale antagonista sarebbe dovuto essere Braniac. Oggi grazie alla direzione di James Gunn e Peter Safran la Warner tenta di rilanciare un nuovo universo cinematografico.
DC Universe
A questo giro James Gunn e Peter Safran hanno deciso di allontanarsi dalla formula Marvel: questo nuovo universo non sarà solo cinematografico, ma multimediale. Fumetti, opere live action e d’animazione, nonché videogiochi ne faranno parte e bisognerà mantenere solo una congruenza con le opere precedenti, mantenendo rigorosamente gli stessi personaggi. Le opere che usciranno di questo universo non dovranno essere per forza collegate, così da lasciare allo spettatore che vuole seguire solo una parte dei film la possibilità di non dover vedere tutto.

Una storia che si “cuce” sull’ambientazione
Il film si apre con il “martello di Boravia” che attacca Metropolis come conseguenza dell’azione di Superman (David Corenswet) di fermare l’invasione della Boravia a discapito dell’Jarhanpur. Una decisione in forte contrasto con le mire politiche del presidente della Boravia e coi piani di Lex Luthor (Nicholas Hoult). L’ambientazione viene espansa, oltre da questa situazione geopolitica, anche da una premessa che viene fatta allo spettatore a inizio film: i metaumani, persone con abilità straordinarie, esistono da 300 anni e la loro esistenza è di dominio pubblico, per questo motivo la società è abituata alla loro presenza e tutto ciò che ne consegue.
Tramite una semplice premessa e una storia da seguire Gunn riesce a inserire diversi pilastri della struttura del nuovo universo DC (DCU): la presenza del corpo delle lanterne verdi, dei mostri, l’esistenza degli alieni, dei viaggi planetari e degli universi tascabili. La sensazione è quella di avere davanti un arazzo su cui è stata cucita un pezzo di storia di un personaggio e non un abito confezionato per il personaggio di turno.
L’uomo che diventa mostro e il divino che diventa uomo
Una parte importante delle vicende del film è lo scontro tra Superman e Lex Luthor, scontro non di idee o di morale, ma di esistenza: da una parte Clark Kent (aka Kal-El) un alieno con poteri che lo rendono quasi divino, dall’altra Lex Luthor un uomo che vorrebbe essere divino. L’antagonista spinto da una profonda invidia e volontà di supremazia decide di combattere sul piano fisico e mentale il “The Big Blue” senza distaccarsi dalla sua forma umana: Luthor ha gli strumenti e il denaro per poter diventare un metaumano, tanto che rende Angela Spica, Engineer (María Gabriela de Faría), ma in questa sua crociata diventa disumano, mettendo a rischio la vita di molte persone. D’altra parte invece abbiamo Superman che viene visto come indistruttibile, ma che invece si sente fragile. Così il supereroe che decide di usare la sua forza kryptoniana per aiutare il mondo, rappresenta ciò che un essere umano dovrebbe essere: buono.

Guarda in alto
Il Superman di Gunn vuole essere un film di intrattenimento, ma allo stesso tempo regalare un personaggio che possa rispecchiare un po’ tutti noi: imperfetto, fragile, impetuoso, fallibile. Nel corso della visione lo si vedrà spesso a terra o in difficoltà, ma l’unica cosa che non vacillerà mai è la sua bontà: non importa se l’opinione pubblica gli gira le spalle, lui sta pensando a come dovrà aiutare Krypto.

James Gunn mette in piedi una pellicola che permette di poterla vedere sia con il cuore leggero che con la volontà di trovarci un messaggio più profondo, che sia politico o introspettivo, e in tutti i casi ci riesce con una certa precisione. Ogni personaggio non è messo lì a far polvere, ma ha un suo peso e una sua importanza. Non ci sono dubbi al riguardo, Gunn ha messo su schermo un albo di Superman.

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